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Del resto, la testa di Goebbels aveva cominciato a manipolare le altre già prima che Herr Doktor diventasse ministro. Con un mese di anticipo sui pieni poteri a Hitler, il 27 febbraio a Berlino era andato a fuoco il Reichstag e la propaganda nazista aveva pilotato l'opinione pubblica fino a far credere che l'incendio fosse opera di un "complotto bolscevico" orchestrato da tre deputati comunisti bulgari, con la complicità di una rete tedesca. Appunto sfruttando il caso Reichstag, Hitler era stato portato in carrozza alla svolta del 23 marzo.
Di vero c'era solo che uno psicopatico olandese di simpatie comuniste, Marinus van der Lubbe, era stato preso mentre vagava seminudo e fuori di testa intorno al Reichstag. Ma tanto era bastato al governo Hitler per far arrestare 4mila oppositori e intellettuali. A giudizio erano poi finite solo 4 persone, di cui tre assolte al processo. Ma grazie a Goebbels i tedeschi avevano continuato a credere alla prima versione. E il 23 marzo avevano applaudito a una repubblica che si suicidava, eleggendo democraticamente un feroce dittatore.